Debito Pubblico Italiano

giovedì 10 novembre 2011

Berlusconi, l'Euro e le false speranze: ritratto di un Italia in ginocchio sul campo economico ed intellettuale.

"Gli analisti di Credit Suisse (vedi grafico) hanno messo a confronto l’andamento dei rendimenti di questi paesi nei 200 giorni che hanno preceduto il loro salvataggio. Nel caso di Atene i tassi hanno toccato per la prima volta la quota del 6% 95 giorni prima del piano da 110 miliardi di euro mentre il “punto di non ritorno” del 7% è stato raggiunto esattamente 65 giorni prima del salvataggio. Nel caso dell’Irlanda la soglia del 6% è stata toccata 145 giorni prima del salvataggio, mentre il balzo al 7% c’è stato 32 giorni del piano. Anche nel caso di Lisbona il rendimento al 6% è arrivato 145 giorni prima degli aiuti per poi toccare il punto di non ritorno del 7% 100 giorni dopo. I casi di Irlanda e Portogallo dimostrano che il nostro paese ha ancora almeno 100 giorni di tempo per invertire la tendenza prima che la dinamica dei tassi diventi insostenibile."


Il Sole 24 Ore, 2 Agosto 2011



Come scritto nella citazione, gli analisti di Credit Suisse, non proprio i comunisti per antonomasia, avevano previsto che l'Italia sarebbe durata più o meno 100 giorni, dal test del 6%, e così è stato. Anzi, per gli amici di DefaultItalia, ci siamo arrivati con circa un giorno di anticipo. Ma in ogni caso, la notizia del giorno è che l'Italia ha superato il punto di non ritorno, la soglia cruciale del 7% ed è quindi, per la consuetudine imprenditoriale, diventato un titolo a rischio insolvenza. E pensare che ci si preoccupava quando lo spread raggiungeva livelli intorno al 400 un giorno si e uno no, ebbene in una settimana ci siamo stabilizzati a quota 450 circa e in una giornata abbiamo prima sfondato il muro dei 500 pb e poi raggiunto il drammatico record di 575 pb. Alla chiusura dei mercati, lo spread btp/bund era di 525 pb, merito dell'intervento più aggressivo della BCE, con un rendimento di circa 7,3%. Mai i titoli italiani erano arrivati a questo punto e mai lo spettro del default si era così abbassato sull'Italia. E la crisi in Italia genera malumori e tonfi in tutta Europa, soprattutto in Francia, maggior detentrice dei titoli italiani. Consiglio caldamente a tutti di correre in banca per salvare i propri risparmi, prima che le banche collassino.
E mentre tutto questo accade, in Italia si festeggia il possibile addio di Berlusconi. PD, IDV, SEL, UDC, FLI, tutti cantano vittoria, urlando ai quattro venti che sono finalmente riusciti a sconfiggere il male, Berlusconi. Ma non è esattamente così. Con il raggiungimento del fatidico 7%, FMI e BCE arrivano in Italia con una certa urgenza, per visionare le mosse dell'esecutivo per contrastare la crisi. Il tutto mentre i vari partiti italiani, che sembrano non percepire la situazione di politico del loro mondo e soprattutto del loro Paese, si concentrano sulla successione al governo e sulla diatriba tra governo tecnico o voto anticipato. Il vero problema, per gli italiani, è l'avvento in Italia di enti stranieri e sovranazionali che, pur di recuperare parte del debito, attueranno dure misure di austerity che colpiranno soprattutto le fasce deboli della società e patteggiando gli aiuti alla nazione con misure di macelleria sociale. Se in questi ultimi anni abbiamo assistito alle politiche dei tagli orizzontali, le politiche imposte da FMI e BCE saranno un vero inferno. Probabilmente si continuerà con il martirio della scuola pubblica e dell'Università, si attuerà una qualche riforma della Sanità per trasformarla in business per lo Stato, aumento dell'età pensionabile e diminuzione delle pensioni e ammortizzatori sociali, aumento generale delle tasse. In pratica la gentile BCE ci rivolterà come un calzino per ottenere i suoi soldi. Quindi, mentre i partiti di opposizione festeggiano la caduta di B. (siamo sicuri? in fondo ha ancora qualche giorno per comprare qualche voto...) non si accorgono che ora inizierà la macelleria sociale delle banche perchè, mentre Berlusconi era legato al sistema elettorale e quindi da politico sperava nella rielezione, e questa cosa metteva un freno alle riforme che maciullavano le fasce deboli, il potere di BCE ed FMI è sovranazionale, sovrastrutturale e non legato ad alcuna forma di elezione: in pratica, possono fare quello che vogliono senza che noi, in maniera legale, possiamo farci nulla. E noi paghiamo!



Oggi però, voglio soffermarmi anche su Berlusconi, uomo infido a cui dedico raramente tempo ed energie. Berlusconi ha distrutto l'immagine internazionale del Paese e per 20 anni ha pensato esclusivamente ai suoi affari economici e giudiziari. Tuttavia, come già detto in precedenza, B. era la garanzia che le riforme che distruggono le fasce deboli non sarebbero state proposte, per essere rieletto e, soprattutto, non è il responsabile della crisi economica globale: al limite, possiamo attribuirgli la colpa di non aver aiutato il Paese con norme utili e quindi accelerato l'avvento della crisi. In fondo, come registrano i dati dello spread, quando la maggioranza parlamentare è svanita, lo spread si è impennato dimostrando la falsità delle teorie secondo cui la "morte" politica di Berlusconi incoraggiasse gli investitori. Ma tra le tante cose che ha detto/fatto, una cosa negli ultimi giorni è stata "esatta": ha detto che "l'Euro non ha convinto nessuno". Ok, detto da un anziano che cammina per strada e si vede meno soldi nel portafoglio, può essere scambiato per segno di senilità. Ma detto da un politico, se così può essere definito, che ha partecipato alla sua ideazione e creazione, suona un pò strano. 
Innanzitutto dobbiamo analizzare il significato di moneta: 
La moneta è il mezzo di scambio per le transazioni finanziarie usato per la liberazione da vincoli di contratto. Tale mezzo è accettato come modo legale per l'acquisto di merci ed è stampato da un autorità garante statale che ne determina il valore.
Analizzandone la definizione, troviamo nella seconda parte un anomalia, se pensiamo all'euro. Infatti, secondo la definizione, la moneta è stampata da un autorità statale che ne determina il valore. Il valore che assume la moneta dipende dal valore dell'economia in cui essa viene usata. La sua svalutazione o sopravvalutazione è quindi un artificio per modificare l'apprezzamento della valuta all'estero, favorendo ora le importazioni e ora le esportazioni. Una moneta, quindi, è forte e sostenibile solo per il Paese in cui circola, visto che è la rappresentazione dell'economia in cui è valida. Alla formazione dell'euro, a cui hanno aderito diversi tipi di economie, dalle economie forti come quella tedesca e francese, ad economie deboli come quelle del sud europa (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo), Irlanda e Belgio. Per l'adesione all'Euro si richiedevano requisiti minimi. Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda, nonostante le loro economie non potevano sostenere l'euro, hanno aderito alla moneta unica truccando i propri bilanci (esempio: la sanità Campana ha un buco di 2 Miliardi di Euro che non sono stati concessi dal ministero dell'economia, poichè sarebbe aumentato il debito, ma da istituti bancari privati, che di fatto sono più costosi del ministero ma che non gravano sul debito pubblico). Ma perchè? Quali sono i pro? C'era grande interesse ad entrare nell'Euro poichè, con l'adozione di una moneta unica e l'istituzione di una Banca Centrale Europea, a cui non si poteva recare danno (clausola per cui è stato annullato il referendum in Grecia), la vendita dei titoli dei singoli Paesi era avvantaggiata dalle minori tasse di conversione da pagare. Questa preoccupazione di vendere titoli era soprattutto spinta dalla crisi del '92, quando Soros mise in ginocchio Italia ed Inghilterra, tra gli altri. Ma all'attuazione di questa moneta unica e delle sue implicazioni istituzionali, ci si confrontava con un dubbio: a quale economia ci confrontiamo per la valutazione della moneta? La valutazione della moneta con economie deboli, come quella italiana e greca, sarebbe stata un danno per le economie di Germania e Francia, ergo, era meglio basarsi sull'economia franco-tedesca per dare all'Europa una moneta forte. Ed ecco che affiorano i contro: l'instaurazione di una moneta unica e di un istituzione sovranazionale come la BCE senza la trasformazione dei vari titoli nazionali in titoli europei, ha fatto si che le economie dell'intera eurozona ne risentissero. Le economie deboli come Italia e Grecia hanno visto subito una crisi, con un inflazione alta e un aumento del debito pubblico. Questi contro, legati alla crisi di sovrapproduzione ormai quarantennale, hanno fatto si che le economie deboli si fermassero quasi completamente. L'Euro, quindi, ha impoverito la nazione ed arricchito banchieri ed imprenditori che giocano in borsa con i titoli nazionali. L'Euro è stato fatto male, visto che si è voluto guardare solo agli interessi di poche nazioni e non di tutte, unendo le economie per una maggiore libertà di scambi ma lasciando le economie deboli senza difese per crisi sistemiche come queste. In ultima analisi, l'Euro ci ha impoveriti, e gli anziani non hanno torto.



Il fatto che in Italia non si parli di questo, non si parli della crisi e dell'imminente macelleria sociale in arrivo è deprimente e segno come questa politica non è vera rappresentanza del popolo. Questa politica, ormai, vive in mondo parallelo lontano dalla realtà, con la sua ricchezza, i suoi interessi e i suoi privilegi. E intanto per la strada, gente comune soffre la crisi, e tra poco la fame. E noi? Siamo pronti e pienamente consapevoli della crisi?

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