Debito Pubblico Italiano

giovedì 3 novembre 2011

Grecia, Euro, BCE, Italia: Miscela esplosiva che si surriscalda velocemente.

Novembre inizia col botto: il Primo ministro greco Papandreu annuncia l'intenzione di indirre una consultazione popolare, per chiedere alla popolazione se vogliono o meno le nuove, dure misure di austerity imposte dall'UE per ottenere l'ennesimo pacchetto di aiuti finanziari.



Mossa astuta e suicida che genera l'irritazione delle potenze dell'eurozona: Francia, Germania e BCE si dichiarano molto irritati per la mossa del governo greco e si augurano che la Grecia accetti gli aiuti internazionali, unica soluzione per (tentare di) salvare la Grecia da un default incontrollato. E lo spauracchio di un default incontrollato genera il cosiddetto "Panic Selling": tutti gli imprenditori detentori dei titoli più deboli d'Europa si sono mossi per vendere i propri titoli velenosi. Infatti, la giornata del 1 Novembre verrà ricordata come una delle giornate più nere dell'economia globale. Le borse europee sono andate in profondo rosso, con Milano che ha chiuso a oltre 5% in negativo, dopo aver raggiunto il -7%. I titoli bancari sono i peggiori, che perdono in tutta Europa circa il 10%. In modo particolare, vanno malissimo le banche francesi, strapiene di titoli greci che si avvicinano al valore di carta straccia. Ma, oltre ai titoli privati e bancari, anche i titoli pubblici non sono andati bene. La Francia ha raggiunto il livello record di 123 pb nello spread tra gli Oat decennali francesi ed i bund decennali tedeschi, con un rendimento del 3,09%. Ma il peggior tracollo lo subisce l'Italia: spread btp/bund che raggiunge il valore record di 459.9 pb, rendimento dei btp decennali al 6.33%. L'Italia traballa, L'Europa trema.



In concerto, arrivano le esortazioni dall'asse Franco-Tedesco anche verso l'Italia, che convoca un Consiglio dei Ministri straordinario per il 2 Novembre. La giornata del 2 Novembre, in attesa del G20, si dimostra una giornata tranquilla, con tutte le borse che lentamente si riprendono e gli spread che si stabilizzano a livelli più bassi ma comunque alti: lo spread btp/bund si stabilizza a quota 432, ben lontano dai 388, livello già altissimo, della settimana precedente. Nelle ore precedente il Cdm, si rincorrono voci riguardanti un prelievo forzoso sui conti correnti, ipoteche sulle case degli italiani, patrimoniale. Alla chiusura del Cdm, alle 22.40, si constata che si è chiuso con un nulla di fatto: bocciato il decreto legge, si va avanti con un maxi-emendamento alla legge di stabilità. Stamattina, 3 Novembre, i mercati hanno dimostrato che le scelte del governo sono pessime, e lo spread è ricominciato a salire, raggiungendo il record di 632 pb mentre i rendimenti decennali dei btp è salito fino al 6.4%. Anche i titoli francesi sentono la pressione, con lo spread che raggiunge i 136 pb e il rendimento che si attesta sul 3.16%.
Questa è la cronaca delle ultime 60 ore circa. I punti da analizzare sono tre: Mossa della Grecia, Risposta dell'Italia, conseguenze sull'UE ed in particolare sulla Francia.



La mossa della Grecia è prettamente politica. Infatti, indicendo un referendum, il governo greco ne uscirà vincitore in ogni caso: se vince il si agli aiuti, la Grecia sopravviverà qualche altro mese mentre le dure e violente proteste saranno delegittimate; se vince il no agli aiuti, la responsabilità cadrà sulla popolazione e non sul governo, mentre la Grecia in un terremoto economico e politico, si allontanerà dall'Euro e non pagherà i suoi immensi debiti. In silenzio, poi, il governo greco ha cambiato tutti i maggiori ufficiali e i responsabili delle forze armate, mossa sinistra in ricordo del golpe militare degli anni '70. La consultazione popolare, però, ha delle conseguenze terrificanti, visto la quasi scontata vittoria dei no, soprattutto in Francia. Molti dei titoli greci sono in possesso delle banche francesi che hanno reagito male alla sola notizia del referendum. Credit Agricole, Bnp Paribas sono stati i titoli peggiori di Parigi, perdendo oltre il 10%. Su Sky, addirittura, è stata data la notizia che un'azienda francese sia andata in default, perdendo oltre il 60% in 5 ore, perchè in possesso di titoli italiani e greci. La Francia, quindi, guarda con occhio preoccupato alla Grecia che può trascinare nel baratro Sarkozy e dare il via al default incontrollato di tutte le economie globali. Per scongiurare ciò, Francia, Germania, FMI e BCE hanno convocato la Grecia per un summit d'emergenza. L'intento di Sarkozy e Merkel è quello di attutire l'imminente tonfo greco, impresa ardua se non impossibile: i titoli greci contaminano tutto il sistema europeo e non saranno i miseri aiuti americani, russi e cinesi a salvare l'Europa. Ma in ogni modo, è un finale scontato visto che la Grecia è già virtualmente in default da molto tempo, con una crescita nulla ed un rendimento dei titoli decennali oltre il 20%. Aspettiamo gli inizi di dicembre, in cui si dovrebbe tenere il referendum, per l'annuncio ufficiale.



Situazione diversa per l'Italia: l'Italia, nonostante non abbia tantissimi titoli greci, ha accusato in modo pesante la notizia del referendum greco. La motivazione sta in una pessima economia ed in un governo incompetente. Come si è sempre affermato in questo blog, la crisi è sistemica e non è figlia dei governi: questi l'hanno solo accelerata con sprechi e una pessima politica economica (vedi Craxi). L'attuale governo, dopo aver per anni negato la crisi, si dimostra completamente impreparata ed incapace di attuare una qualsiasi tipo di (inutile) riforma. Niente patrimoniale, niente Tobin Tax, niente lotta all'evasione o misure per una crescita reale, niente prelievo forzoso sui conti correnti. Non sono riusciti, in 2 ore e mezza in Consiglio dei Ministri, nemmeno a scrivere un decreto legge ma hanno solo approvato un maxi-emendamento alla legge di stabilità, un emendamento vuoto e privo di vere manovre. Sembra che siano diventati tutti anarco-comunisti: vogliono far fallire il sistema, o almeno questo dimostra la loro immobilità in campo economico e di sviluppo.
Nel frattempo, con le misure attualmente in discussione in parlamento, tra cui la questione dell'Art. 18, lo Scontro Sociale sale, la forbice tra ricchi e poveri si allarga e quest'ultimi aumentano. C'è tutto il necessario per una nuova esplosione di violenza, resta solo da aspettare la prossima maxi-manifestazione.
I mercati ora, probabilmente, si stabilizzeranno con la BCE che continuerà a comprare titoli italiani e spagnoli, ma non greci, in attesa di qualche risposta dal G20. La domanda è: ci saranno risposte valide che permetteranno il salvataggio del capitalismo senza crescita?

Nessun commento:

Posta un commento