Debito Pubblico Italiano

mercoledì 26 ottobre 2011

La crisi e le particolarità italiane.

La crisi sta distruggendo il sistema, ormai, per chi legge il mio blog, dovrebbe essere chiaro. Ma perchè in Italia sembra essere molto più pesante rispetto alla crisi in Francia o Germania? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare un salto a più di 40 anni fa, tornando agli anni '70, all'epoca del dominio dei super partiti PSI e DC.



Ebbene si, quando Berlusconi dice che la crisi è un eredità della sinistra degli anni '80 non dice una balla, anzi dice un fatto verissimo, inascoltato dai più per convenienze politiche.
Tutto nasce con la presa del potere di Bettino Craxi: Craxi, durante i suoi mandati, ha attuato una politica economica aberrante. Di fronte ad una crisi di produzione iniziata agli inizi degli anni '70, Craxi risponde in modo anomalo e sconsiderato. Pur di mantenere e mostrare una "belle epoque" tutta italiana, i governi invece di finanziare il debito pubblico tramite una vendita di titoli di credito, taglio dei privilegi, patrimoniale etc, il governo risponde alla crisi di produzione stampando moneta. Chiunque ha studiato economia sa che stampando moneta, si sviluppa un immensa inflazione e, paradossalmente, si impoverisce la comunità. L'aumento dell'inflazione e l'aumento dell'offerta di moneta nel mercato ha fatto si che il Paese potesse continuare a spendere a più non posso, il tutto senza la minima ombra di protesta della popolazione poichè, visto l'aumento dell'offerta di moneta, vedeva una retribuzione del lavoro molto alto rispetto al passato. Ma quel denaro valeva di meno, vista l'inflazione a due cifre e l'aumento sconsiderato dei prezzi: purtroppo, per la classe operaia, non era possibile analizzare questa dinamica e questa ringraziava addirittura il governo. Testimonianza sono le parole di mio nonno: "Quando c'era la DC e il PSI si viveva meglio perchè ci pagavano di più e con i rendimenti sui BOT i miei compaesani si sono arricchiti e tutto grazie ad un controllo assente sull'evasione". Nonno ha nominato i rendimenti sui BOT, nonostante non abbia studiato. Dati alla mano, si nota che negli anni '70-'80 l'Italia non finanziava il proprio debito pubblico in modo classico (con i btp decennali) ma lo finanziava aumentando la quantità di moneta in circolazione. Ma non solo: il governo attuò una politica di finanziamento del debito tramite i buoni fruttiferi postali: per un periodo di tempo i rendimenti di questi buoni fruttiferi (che sono titoli di credito a lunga scadenza, spesso trentennali) raggiungevano un rendimento del 15%, e se si tenevano i soldi alla Posta più del necessario, maturavano addirittura gli interessi sugli interessi. Questa politica ha fatto si che si allargasse la differenza tra la ricchezza degli italiani e la ricchezza del Paese, e attualmente la ricchezza degli italiani è 5 volte quella dell'Italia. Possiamo quindi affermare che molti dei soldi che mancano nella voragine del debito pubblico italiano sono ora nelle tasche degli italiani, sotto forma di palazzi e beni immobili, soprattutto.
Altra parte importante dell'affermazione prima riportata è l'assenza totale dei controlli. Stiamo parlando di quel periodo in cui i contrabbandieri giravano liberi, dove il lavoro nero soprattutto al sud era la regola e dove le norme erano solo lettera morta. E questo, ovviamente, ha alimentato il debito pubblico sovrano. Il tutto ovviamente mentre la crescita stava rallentando e senza manovre e provvedimenti per farla ripartire. Dalla nascita della seconda repubblica, la musica è cambiata: i tecnici del settore hanno denunciato la politica craxiana e si è preferito finanziare il debito pubblico in modo classico, il tutto (come al solito) senza aiutare la crescita nè tagliare le spese della politica. Tutto questo ha fatto si che il debito pubblico italiano aumentasse in maniera sconsiderata, ma dare la colpa al primo Berlusconi e all'ultimo Craxi è da stupidi, poichè quel debito c'era ma era nascosto dalle macchinazioni precendenti.
Il sistema italiano è fallito al momento dell'adozione dell'Euro. Infatti, adottando l'Euro, la Banca d'Italia non aveva più il potere di stampare moneta, potere delegato alla Banca Centrale Europea, e quindi l'Italia non aveva più quell'indipendenza economica per poter far fronte in modo "sporco" alla morìa di fondi. Questo ha fatto aumentare ulteriormente il debito pubblico, raggiungendo il momento critico in questi mesi.



Ma chi detiene il debito pubblico? Il debito pubblico è detenuto soprattutto da famiglie italiane e Banche italiane, entrambi sotto direttiva dei governi. Altro debito è detenuto da banche e governi esteri, in particolar modo Francia, Cina, Inghilterra, Germania, USA. Il fatto che il debito italiano è detenuto da potenze come Francia e Germania, giustifica le parole dell'UE secondo cui "L'Italia non è a rischio ma è il rischio dell'UE". Un eventuale crollo del sistema italiano metterebbe a rischio l'esistenza della moneta unica e dell'Unione Europea stessa ma soprattutto dell'intero sistema globale. E a rendere la situazione ancora peggiore, c'è la grande esposizione delle banche italiane al debito greco, il che mette l'Italia in una posizione pessima, seconda solo alla Grecia.



Insomma, se avessimo avuto governi seri, il problema sarebbe stato molto più lieve oggi e il sistema vigente sarebbe entrato in crisi molto più tardi. Magari, non dovendo pensare all'Italia, l'UE sarebbe riuscita anche a salvare la Grecia, ma attualmente non è possibile: le banche sono troppo esposte e la recessione in Grecia, come in Italia (l'OCSE prevede una crescita del PIL del -2%) non aiutano chi vuole salvarci. Inoltre, anche il governo attuale sta adottando misure ridicole, senza combattere realmente l'evasione e senza imporre una sacrosanta patrimoniale ma anzi deprimendo i consumi con l'aumento dell'IVA, dimostrando l'incapacità degli attuali governanti. Tagliare fondi alla scuola, tagliare posti di lavoro, precarizzare il lavoro, aumentare l'età pensionabile sono misure inutili quanto dannose, in quanto danneggiano i consumi, creano disoccupazione e, quindi, diminuiscono la gittata fiscale. L'incapacità dei governanti hanno accelerato la crisi, soprattutto in Italia, per lo più i dati e i provvedimenti adottati non sono affatto rassicuranti il che mette l'Italia in una situazione non invidiabile dal resto d'Europa.

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