Debito Pubblico Italiano

martedì 1 novembre 2011

Libia: terra di conquista occidentale e terra di disfatta cinese.



20 Ottobre 2011: Muammar Gheddafi viene ucciso dal CNT. Nemmeno il tempo di mostrare il corpo alla folla che la Francia già esultava e dichiarava finita la guerra. Sicura dei contatti avviati durante la guerra civile, la Francia voleva chiudere la pratica Libia per godere, finalmente, dei privilegi conquistati e per stabilire una sua zona d’influenza in Libia. Questo atteggiamento della Francia non è piaciuto ad americani ed inglesi che, seguiti a ruota dal governo italiano nel disperato tentativo di preservare gli affari dell’ENI, hanno subito smentito la Francia, dichiarandosi ostili a qualsiasi cessate il fuoco ed allungando a tempo indeterminato la missione Nato nello Stato nordafricano. A suffragio di questa imposizione anglo-americana, arriva la richiesta del CNT alla Nato di aiutare la ricostruzione del Paese almeno fino a Dicembre.
Degna di nota è la situazione venutasi a creare tra Francia e Italia, veri combattenti di questa guerra per il controllo del petrolio libico, che dimostra l’inesistenza di un blocco imperialista europeo unitario e il suo scoordinamento totale per il perseguimento degli interessi dei singoli Stati. L’Unione Europea nei trattati e nelle intenzioni si propone di formare un nucleo continentale unito nelle politiche estere per combattere il predominio americano, ma il petrolio libico, tra i migliori in circolazione e con un basso costo di lavorazione, fa gola a tutti e gli interessi di due grandi economie come Francia e Italia non potevano che scontrarsi. In questo caso è l’Italia che perde un’importantissima colonia ricca di petrolio a vantaggio dei transalpini che avevano perso la Tunisia e guardano con sguardo preoccupato all’Algeria, vecchi baluardi coloniali francesi ma che risentivano dell’influenza francese come la Libia di quell’italiana. In nord Africa poteva svilupparsi una vasta zona ad influenza italiana, sfruttando la contingenza territoriale e la non-copertura di territori come Tunisia ed Algeria.



Ma il vero obbiettivo dell’imperialismo occidentale è la limitazione dell’espansione della Cina nella  regione a danno del blocco occidentale. La Cina era la prima partner della Libia pre -  guerra civile, con 9 miliardi di dollari di profitti annui. Ma l’affermazione della Cina ha scomodato le potenze occidentali che, sfruttando il malcontento della popolazione, ha espulso la Cina dall’economia della regione. In fondo, il CNT non sono legati da nessuna logica storica: la Libia non è altro che una porzione di nord Africa delineata dal colonialismo italiano che accorpò Cirenaica e Tripolitania. Il CNT, per questo, non erano in grado di vincere la guerra visto che aveva una formazione atomistica e non aveva un punto di riferimento centrale, ruolo poi preso dalla NATO e che ha fatto si che le sorti della guerra cambiassero. La mancanza di un vero collante nazionale, ha fatto si che la NATO potesse trascurare l’attacco via terra visto che avrebbe potuto schiacciare il CNT quando voleva nel caso non perseguisse gli stessi obbiettivi.
Ma questa così disomogenea popolazione ha futuro? Difficile a dirsi visto che la struttura sociale della Libia è basata su tribù che non hanno propriamente gli stessi interessi, e gli scontri sono all’ordine del giorno. Ma cosa ben più importante è che la Libia è diventata zona di contesa mondiale e luogo in cui scaricare i rapporti di forza tra le potenze. Non a caso le azioni occidentali sono avvenute sotto il simbolo NATO e non ONU, proprio per le opinioni negative di Cina e Russia. In ogni modo, ancora una volta le logiche del capitalismo imperialista sembra aver avuto la meglio e l’Italia non è stata all’altezza: restava solo una colonia all’Italia ed ora sembra che sia passata di mano. 

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